Eleonora
D'Arborea
(Catalogna
1340 - ? 1403)
Eleonora
nasce quasi sicuramente in Catalogna
(Spagna) da Mariano IV de
Bas-Serra e da Timbora di Roccabertì, ma
trascorre la sua giovinezza
nel territorio giudicale presso la
piccola ma vivace corte oristanese
dove, insieme ai fratelli Ugone e
Beatrice riceve un’educazione
adeguata al suo rango.
Sposa
Brancaleone Doria con il quale intorno
al 1367 si trasferisce a
Castelgenovese, odierna Castelsardo.
Qui
conduce vita ritirata, ligia
all’educazione ricevuta, ai costumi del
tempo e alla sua morale rigorosa, ma non
cessa di seguire con vigile
attenzione le vicende politiche legate
al giudicato d’Arborea.
Nel 1383 due
episodi
significativi imprimono una svolta
radicale alla sua esistenza: il
duplice assassinio del fratello Ugone e
della nipote Benedetta e,
successivamente, la prigionia del marito
Brancaleone ad opera degli
Aragonesi.
Ma è proprio
con gli
Aragonesi, gli antichi amici
trasformatisi in nemici, che Eleonora
cerca il dialogo quando, chiamata dalla
"Corona de Logu" a governare il
paese per conto del figlio minorenne
Federico riesce a conseguire una
pace onorevole riportando così, con
intelligenza e pragmatismo,
l’ordine nel suo stato sconvolto dalle
istanze sovversive di fazioni
politiche locali.
La pace con gli
Aragonesi
firmata nel 1388 consente, infatti, ad
Eleonora di rivolgere tutte le
sue energie alla riorganizzazione del
Giudicato assecondando così le
aspettative del popolo che chiedeva
stabilità politica ed economica.
L’opera
di organizzazione giudiziaria e
amministrativa del Giudicato ha la sua
massima espressione nella promulgazione,
nel 1392 d.c. di un corpo di
leggi scritte: la "Carta de Logu" (carta
del territorio dello stato)
che per chiarezza, innovazione ed
adeguamento alle tradizioni
costituisce un esempio di legislazione
che nella sua epoca ebbe pochi
riscontri.
Ciò è tanto più vero se si pensa che in
quei tempi, la maggior parte
dei rapporti giuridici erano basati su
consuetudini che risalivano ai
Romani ed ai Bizantini e pochissime
erano le leggi scritte.
La Carta de Logu era composta da 198
articoli che comprendevano, in
pratica , un codice civile, un codice
penale ed un codice rurale che
disciplinando in modo chiaro e semplice
i vari rapporti giuridici,
l‘amministrazione della giustizia,
l’uguaglianza di fronte alla legge,
in poche parole la certezza del diritto,
segnano una tappa fondamentale
nel cammino, durato secoli, che ha
portato al moderno “Stato di
diritto”.
Per capire la modernità e la
sconcertante attualità della Carta si
pensi che in essa, in pieno medioevo, si
affermava che tutti gli uomini
liberi sono uguali davanti alla legge:
una stessa sanzione colpiva
chiunque l’avesse violata senza
distinzione di classe sociale, ma
anche la posizione e tutela delle
donne e dei minori, la
difesa del territorio, l’usura ecc...
E tanto importante fu il Codice di
Eleonora D'Arborea che esso rimase
in vigore in tutta la Sardegna per più
di 400 anni fin dopo la
conquista dell’isola da parte degli
Aragonesi e fino oltre un secolo
dopo l’avvento dei Savoia: solo nel 1827
fu sostituito dal codice
emanato da Carlo Felice.
Eleonora morì
di peste nel
1403 in un luogo imprecisato.
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